La paura di radioattività frena i piloti del motomondiale che, rispetto allo svolgimento del Gp di Giappone continuano ad avere perplessità.
Nonostante la Dorna si stia prodigando in maniera importante affinchè i dubbi possano scemare, la MotoGP e il circus in generale non hanno alcuna voglia di prendere la faccenda a cuor leggero.
La quasi totalità del popolo della MotoGp (il 65% del quale è composto da italiani) non ha alcuna voglia di recarsi nel Sol Levante. In ordine temporale, l’ultimo a esporsi in modo significativo è stato Casey Stoner, pilota Honda Repsol.
In conferenza stampa dopo le qualifiche della gara in Germania aveva ribadito che in Giappone non sarebbe andato. La presa di posizione si va ad aggiungere a quela del campione del mondo Jorge Lorenzo, il quale non lascia alciuno spazio all’immaginazione: se il Gp ci sarà, lui rimarrà a casa. Il punto critico è rappresentato dal fatto che, laddove non si dovesse disputare la gara nipponica, Dorna sarà chiamata al pagamento delle penali per il mancato svolgimento della stessa alle televisioni che hanno comprato i diritti.
Contro i piloti, però, si sono schierati gli organizzatori e l’associazione dei team, l’Irta, il cui presidente, il francese Hervè Poncharal, afferma in maniera anche poco elegante:
“Hanno tutti l’adesivo di solidarietà verso il Giappone sulle moto e non ci vogliono andare, sono degli ipocriti”.
La piramide delle pressioni è la seguente: Dorna preme su Irta, che preme sui team che fanno pressione sui piloti. Se dovesse vincere la linea dura dei centauri, saranno proprio i piloti a essere issati a eroi di tutto il paddock. Anche in tal senso, il prossimo appuntamento di Laguna Seca pare decisivo: in quella occasione ci sarà un messaggio univoco da parte dei piloti della Motogp sulla questione Giappone. La sensazione, al momento, è che i piloti facciano sul serio e non abbiano alcuna intenzione di rompere il fronte compatto che stanno portando avanti. La linea, per ora, continua a essere la stessa: niente Giappone.
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