Motociclismo, il dottor Costa si ritira (ma lui non sa niente, poi smentisce)

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Il dottor Claudio Costa sta al motociclismo come vi stanno icone e piloti che hanno lasciato impronte indelebili nel contesto professionistico delle due ruote.

Quindi, la notizia avrebbe fatto scalpore e avrebbe dato il là a un tributo doveroso e necessario. Già, perché nel corso della giornata si sono rincorse voci che parlavano di un addio di Costa alla clinica mobile di cui è patron e che gestisce da 35 anni garantendo soccorso ai piloti in gara all over the world.

In realtà, è stato un fraintendimento che ha fatto seguito alle parole pronunciate dallo stesso nel corso di una serata organizzata a Imola all’interno della sede del Panathlon Club. Nello specifico, Costa ha affermato:

“Sto finendo con la Clinica mobile: non ci sono più eroi da fabbricare. Fino a Marco Simoncelli c’erano piloti che nonostante si fossero procurati delle lesioni o fratture volevano correre lo stesso ed io mi adoperavo al massimo. Oggi non è più così e di fronte alle fratture il pilota deve adeguarsi ad un fermo più prolungato, non ci sono più dei folli come Marco. Il suo incidente? Purtroppo non ero sul circuito di Sepang e non escludo che se avessi trascorso con lui i momenti prima della gara forse le cose sarebbero andate diversamente. Ora gli eroi non ci sono più e la Clinica mobile, ideata e creata nel lontano 1976, non avrà più bisogno di me”.

Da qui, la conclusione affrettata che ha messo scompiglio – e allarme – nel paddock: il dottor Costa si ritira. Invece, chiarisce lo stesso Costa nel tardo pomeriggio di oggi, non vi è alcun ritiro all’orizzonte:

“Non ho ancora nessuna voglia di ritirarmi e di stare lontano dalle corse. Sono comparse delle affermazioni attribuite a me con non rispondono a verità. Ieri sera al Panathon di Imola, ho detto che oggi i piloti hanno più voglia di fermarsi per farsi curare rispetto al passato e che piloti come Troy Bayliss o come Marco Simoncelli che avrebbero fatto di tutto per correre anche se feriti non ci sono più e per questo la mia attività è un pò ridotta. Oggi piloti velocissimo come Lorenzo ad esempio, preferiscono fermarsi per farsi curare e io rispetto questo atteggiamento. Comunque continuerò a seguire i piloti nel mondiale, anzi,l’anno prossimo farò ancora più gare rispetto al passato. Non solo, ho appena firmato un accordo con la Federazione Internazionale per la presenza della Clinica Mobile nei circuiti mondiali per i prossimi 5 anni. Quando vorrò ritirarmi dall’assistere i piloti nelle corse lo dirò ufficialmente, ma non è ancora questo il momento”.

 

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