Evasione fiscale per circa dieci milioni di euro per tre note concessionarie di Roma che avrebbero commercializzato moto a prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato proprio in virtù dell’evasione di una parte di Iva che non veniva corrisposta all’Erario. A mettere nero su bianco e a definire anche i dettgali degli episodi in essere, l’inchiesta – che è stata denominata Double Wheel – è il frutto di una attività investigativa delle Fiamme Gialle del I Gruppo Roma, durata quasi due anni
A effettuare la scoperta sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Roma che hanno denunciato a piede libero dieci imprenditori per aver emesso e utilizzato false fatture per circa 45 milioni di euro, con un’evasione all’Iva per dieci milioni di euro.
Quel che si è riusciti a fare attraverso gli accertamenti è di individuare un collaudato sistema fraudolento realizzato interponendo negli scambi commerciali tra i concessionari-grossisti e i rivenditori otto imprese cartiere intestate a prestanome.
Avvalendosi di una possibilità prevista dalla normativa nazionale Iva, queste ultime, sempre fittiziamente, avrebbero ‘acquistatò moto dai concessionari presentando false dichiarazioni di intento circa la rivendita all’estero della merce, per evitare l’addebito dell’imposta in fattura.
In realtà, i mezzi sarebbero rimasti presso le concessionarie, senza mai entrare nella disponibilità materiale delle cartiere e lasciare il territorio nazionale. In questo modo le concessionarie avrebbero accumulato un consistente credito Iva, magari da compensare con altre esposizioni debitorie nei confronti dell’Erario, mentre i rivenditori finali, acquistando dalle cartiere a prezzi ed Iva inferiori, avrebbero goduto di condizioni di maggiore competitività sbaragliando la concorrenza.
Le indagini hanno preso avvio durante un riscontro, quando i militari si erano imbattuti in un rivenditore campano che aveva registrato un repentino incremento del giro d’affari oltre ad avere la propria sede nella stessa abitazione, senza disporre di una vera struttura operativa. L’imponente frode fiscale ha visto coinvolti complessivamente 18 soggetti economici – sia ditte individuali che società – operanti a Roma e in vari comuni della provincia di Napoli. Lo sviluppo delle indagini è stato agevolato dalla collaborazione delle case madri.