Non sono (e non erano) coloro che si può definire “due buoni amici”. Hanno (e avevano) un forte rispetto l’uno per l’altro. Ma fuori dalle piste da corsa tutto cambiava. Eppure, a distanza di qualche anno dalla sua esperienza in Ducati e dal ritiro dell’australiano, Valentino Rossi parla (bene) di Casey Stoner. Lo ha fatto sul magazine Rolling Stone confermando che i due anni nella scuderia bolognese sono stati un’avventura difficile. Un momento ‘no’ in carriera.
Poi, però, una ‘rivalutazione’ riguardante Casey Stoner. Il suo rivale, ormai fuori dalle scene. Quando i due correvano insieme, Casey fu il protagonista in Ducati. Vale, purtroppo, poco più di un ‘gregario’ stando ai risultati. Eppure, la sua ammirazione sotto il profilo sportivo per l’australiano non è mai mancata. Immenso, secondo Rossi, il valore tecnico di Stoner. Un fuoriclasse sul circuito, un antipatico fuori:
Stoner ha fatto un lavoro incredibile con la Ducati e se riguardo la sua telemetria non capisco come abbia fatto. La gente pensa che fosse molto veloce, ma non molto intelligente, e per questo alla fine ha fatto il botto. Ma la realtà è che con la Ducati ha dovuto guidare sempre oltre il limite, andare più forte possibile. E se guidi così, alla fine ti schianti. Abbiamo due storie diverse, lui aveva guidato una sola moto, la Honda di Luca Cecchinello e per un solo anno, quando è passato in Ducati. Credo abbia pensato: `Fanculo, questa moto è buona, devo vincere´. Io invece venivo da anni con la Honda e la Yamaha e ho capito subito che la moto non era buona. Sono sicuro che se Stoner domani salisse sulla Ducati di Dovizioso arriverebbe sesto. Comunque guidava in un modo incredibile. È unico. Se mi manca? In pista sì. Era un grande talento, difficile da battere. Fuori dalla pista no. Senza di lui, tra noi piloti va molto meglio.