Se il protagonista del Gran Premio disputato ieri a Le Mans, specialmente considerando il tutto in un’ottica di italianità, è stato sicuramente il redivivo Marco Melandri, al primo podio della sua avventura con Kawasaki-Hayate, il dominatore assoluto ed indiscusso della quarta prova del mondiale MotoGP è stato senza ombra di dubbio il centauro spagnolo del team Fiat Yamaha Jorge Lorenzo, capace di cogliere in terra di Francia il secondo successo stagionale. All’origine di cotanto successo, certo c’è stata anche un po’ di fortuna: le gare su pista umida sono una roulette, non sempre chi scommette forte alla fine ce l’ha vinta (vero Valentino Rossi?). Ma non possiamo sottovalutare il coraggio del 22enne maiorchino, che i trucchi del mestiere li sta imparando in fretta.
“Era la prima volta che mi trovato in questa situazione, ma ho girato forte sia con le gomme da bagnato che con quelle da asciutto – si è compiaciuto di sé “Porfuera” –. Siamo stati bravi ad azzeccare la strategia, e a spingere nel giro di prova per testare la pista”. A fronte di una pista-totem (specialmente per l’automobilismo) come è Le Mans, Lorenzo ha vinto mettendo in pista, primo tra tutti, la sfacciataggine che è propria della sua età. Quella che le madri temono di trovarsi dinanzi quando si presenta in casa il primo fidanzatino della figlia, ma anche quella che fa di un semplice pilota un potenziale campione.
Perché tale sta diventando Lorenzo, anche se finge di non esserne consapevole. La chiave di tutto, secondo il vispo Jorge, è stata il warm-up lap che ha preceduto il semaforo verde: un solo giro, tante indicazioni. “Mentre gli altri andavano piano per scaldare le gomme, io ho provato a tirare per rendermi conto delle condizioni dell’asfalto. Ho capito che non era malaccio, ho preso fiducia per spingere in gara sin da subito e l’ho fatto”. Paura? Non più. “Sinceramente ero preoccupato dopo la caduta di Jerez, ma mi sono concentrato e in una gara è cambiato tutto. Ora sono davanti e lavorerò per un unico obiettivo: il titolo“