Sempre più spesso mancano nuovi nomi italiani sia in F.1, che nel Motomondiale e anche in Superbike: come mai? “È un discorso legato alle politiche sportive delle federazioni. Gli spagnoli dominano il Motomondiale perché la federazione di quel Paese ha fatto e sta facendo un gran lavoro. Non possiamo pretendere che i fuoriclasse spuntino come funghi, in Italia non andiamo male, visto che ne abbiamo già qualcuno. In futuro ne potranno arrivare altri, ma ci vuole pazienza“.
L’Italia è in crisi economica: cosa manca per risalire. “È difficile rispondere. Forse serve tanta fiducia e credere che presto la nostra economia possa ripartire“.
La Superbike ha più Case al via (sette contro quattro) e lo spettacolo non teme il confronto con la MotoGP, ma in tv però fa meno ascolto. “La7 sta facendo bene e cerca di migliorare il prodotto. In passato pagavano il fatto che la Superbike non avesse mai incoronato un pilota italiano. Adesso che ce l’abbiamo fatta, c’è da sperare che gli ascolti crescano“.
Il secondo figlio, nato il 16 dicembre scorso, si chiama Leon Alexander: è un tributo ad Haslam, il rivale 2010, e a Barros, avversario della 500–MotoGP di qualche anno fa? “No, è solo un caso, sono nomi abbastanza comuni. A me ed Eleonora piacevano entrambi“. Nella vita di un pilota c’è qualcosa di più bello che vincere un Mondiale? “È il massimo che si possa desiderare. Ma il titolo 2010 per me è stato ancora più speciale perché sono diventato papà per la seconda volta. Anche essere padre dà una gioia esagerata“.