Confort, facilità di guida e motore sfruttabile in tutta la sua potenza e agilità. Se si sommano le vendite della versione normale e della BMW R 1200 GS Adventure, la grande GS è da anni la moto più amata e comprata dagli italiani. Del resto trovarle un difetto è quasi impossibile: nonostante le dimensioni e il peso (223 chilogrammi), la GS è una tra le moto più equilibrate e immediate da guidare. Per il 2010 è stata aggiornata a livello meccanico: il motore è sempre il bicilindrico boxer che l’ha resa famosa, la trasmissione è sempre a cardano, ma ci sono novità molto interessanti. Non fatevi intimorire dalle sue forme un po’ eccessive. La GS si guida bene. Benissimo. Da fermo in realtà la mole della GS potrebbe impensierire anche i piloti più esperti: ma i circa 200 kg della versione normale e gli oltre 220 kg di quella Adventure sono perfettamente distribuiti e sostenuti da una ciclistica di alto livello, al punto che una volta in movimento sembrano dimezzarsi. La versione 2010 della GS non perde queste doti, ma guadagna un motore decisamente più brillante. Innanzitutto sono state introdotte le testate con doppio albero e camme a quattro valvole radiali (per intenderci: quelle già usate sulla HP2). Questa soluzione, abbinata a un aumento del diametro delle valvole e a nuovi pistoni in alluminio, ha permesso di guadagnare qualche cavallo di potenza. Che sale fino a 110 cv. Ma migliora nettamente anche la spinta ai bassi regimi (un problema di cui soffriva un po’ il vecchio modello), grazie all’introduzione della valvola parzializzatrice allo scarico. Per chi vuole un moto davvero “totale”, se così si può dire, è disponibile una lunga serie di optional come l’ESA (controllo elettronico dell’assetto) e l’ASC (antipattinamento) oltre ovviamente agli accessori utili come borse, paracolpi, paramani e molto altro. Mancano solo i faretti polielissoidali, ma – si sa – non si può certo avere tutto dalla vita. Non subito, almeno.