Ne avevamo parlato qualche giorno fa. Altroconsumo è sul piede di guerra. E l’obiettivo sono i caschi moto jet. Nel test che ha organizzato, 8 su 15 sono andati in frantumi. Ora, l’associazione chiede l’intervento del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. E lo fa con il seguente comunicato stampa: «É desolante il silenzio con cui il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha accolto la denuncia di Altroconsumo ed è ancora più desolante sentire l’industria far appello al momento delicato di crisi di vendite che stiamo attraversando. Qualsiasi congiuntura economica non può giustificare la minima deroga al diritto dei consumatori di trovare in vendita solo prodotti sicuri; e al dovere delle aziende produttrici di porre rimedio a eventuali maglie larghe nei controlli di sicurezza. Assorbire gli urti, gli impatti, rimanere ben saldo in caso di caduta sono elementi fondamentali perché un casco moto sia definito tale. Sette caschi su quindici fanno il loro dovere. Altri otto no. Qualcuno si assuma la responsabilità di ciò che i ragazzi oggi calzano sulle proprie teste. Ulteriori approfondimenti tecnici potranno essere fatti in sede istituzionale, presso il ministero. Per capire finalmente le ragioni per cui a scaffale arrivano prodotti pericolosi». Parole di fuoco. Un avvertimento molto chiaro: quei caschi vanno ritirati. Subito. Perché il rischio è che qualcuno, per imperizia o negligenza altrui, si faccia davvero male. Tuttavia Confindustria ha criticato i risultati e ha chiesto di ripetere tutto. Altroconsumo, da parte sua, ha appena pubblicato sul proprio sito il video, scaricabile per tutti. Immagini chiare, che sembrano non lasciare dubbi. Ora Confindustria è costretta a incassare. Ma la battaglia non sembra finita. Pare che il Ministero voglia vederci davvero chiaro: non si esclude che i test vengano sì effettuati di nuovo, ma solo in presenza di un delegato del Governo. Una cosa è certa: questa battaglia non sembra finire qui.