Uno. Numero magico, inimitabile soprattutto se indicativo della prima volta. Che non si scorda mai, ovvio. Per Valentino Rossi quell’Uno – ufficiale, a presagire e fare strada ad un due, un tre, un venti, un cinquanta eccetera – è arrivato nell’anno 1996, stagione che segna il suo esordio nel motomondiale – classe 125cc – e che da il là alla nascita del mito.
Gran Premio della Repubblica Ceca, in programma a Brno, Valentino Rossi è in sella ad una delle moto dei sogni da ragazzo, la Aprilia RS 125 R, è riesce a piazzare l’impresa già nel giorno che precede la gara. E’ il 17 agosto, Vale compie delle qualifiche da paura e riesce a strappare il miglior tempo che gli consente di partire in pole position.
La prima della carriera. Le sensazioni sono quelle che solo una prima volta può garantire: carica, adrenalina, curiosità della scoperta che diventa consapevolezza delle potenzialità. La voglia è una sola: spaccare il mondo, vincere a tutti i costi, mostrare al resto della platea la propria faccia. Di notte si riposa a fatica, gli occhi si chiudono ma il cervello non si spegne. Parte a mille verso immagini e fantasie, verso previsioni e ipotesi: se vinco, come festeggio? Che faccio?