“Sarà certamente una svista”, così Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma, alla notizia che ciclomotori e motocicli sono stati esclusi dalla proposta di legge, in fase di definizione, volta a favorire lo sviluppo della mobilità con veicoli a basse emissioni inquinanti.
E il commento della massima rappresentanza è di per sé un monito, quasi a suggerire una via d’uscita nel caso in cui si trattasse di scelta ponderata. Ancora Capelli:
“Il nuovo testo unificato, contrariamente alle precedenti stesure, prevede che gli incentivi all’acquisto siano destinati solo ad autovetture o autoveicoli per trasporto promiscuo. Siamo certi che si tratti esclusivamente di una svista. In fase di elaborazione e nei testi precedenti della proposta di legge venivano infatti indicati tra le categorie di veicoli anche ciclomotori, motocicli, tricicli e quadricicli come soggetti beneficiari del provvedimento”.
L’Ancma sta comunque elaborando l’emendamento in merito, affinchè non vi sia discriminazione alcuna e il vantaggio possa coprire anche il settore che tutela e promuove.
“L’intervento – prosegue Capelli – destinato anche a ciclomotori e a motoveicoli, significa riconoscere ai nostri veicoli la propria caratteristica principale: cioè lo status di mezzi poco inquinanti. Già oggi l’80% degli scooter in vendita rispetta il limite dei 95 g/km di CO2, mentre i veicoli elettrici hanno emissioni nulle di CO2. Non si comprende dunque una discriminazione nei confronti di un mercato che, con gli scooter elettrici, realizza volumi ben superiori a quelli delle auto elettriche”.
In tutto ciò – valutazione Ancma – il mercato delle due ruote non può essere dimenticato dai provvedimenti a favore della mobilità sostenibile, sia per il contributo fondamentale che può offrire alla qualità della vita, sia perchè il settore sta già attraversando un periodo complesso, al pari di quello delle auto:
“Ogni opportunità di supporto al settore, almeno per i veicoli che presentano bassi livelli di emissioni, può contribuire al rilancio. Riteniamo più che legittimo chiedere che una quota parte delle risorse impiegate dal provvedimento in discussione siano messe a disposizione dei numerosi utenti che scelgono le due ruote”.