A pensarci bene, era proprio quel che mancava per garantire ai centauri un sistema di sicurezza ancor più efficace in caso di cadute e incidenti.
Sembrava impossibile, ma ora accade che anche le moto potranno godere di un elemento all’avanguardia per ora appannaggio dei piloti professionisti (i primi modelli li si è visti nel 2007 a Valencia, da allora non s’è più smesso di usarli, ndr).
Parliamo dell’airbag, in grado di proteggere da eventuali colpi alla schiena.Sotto forma di gilet, l’idea si è concretizzata grazie all’impegno del gruppo Dainese il cui patron, Lino Dainese, pare essere entusiasta:
“È già da una decina d’anni che abbiamo capito che le tradizionali protezioni ispirate al mondo naturale, cioè i corpetti e i paraschiena nati negli anni Settanta, non erano più sufficienti. La migliore soluzione per proteggere il corpo umano è l’aria. Non solo in caso di incidenti sulle due ruote, ma anche sulla neve, in tutti gli sport estremi, sul lavoro e per tutelare meglio i bambini che viaggiano in auto”.
Si indossa sopra il giubbotto e, in caso di urto, si gonfia in 30 millisecondi per attutire l’impatto con l’asfalto di collo, torace e spina dorsale. Anciora Dainese:
“Esistono modelli in cui l’airbag è collegato alla moto attraverso una cordicella. Sono soluzioni primitive: il nostro D-air utilizza una tecnologia più sofisticata, in cui l’attivazione delle protezioni viene gestito attraverso accelerometri e giroscopi”.
L’equipe impegnata a strutturare nel migliore dei modi il D-air Strada è composta da cinquanta persone (tecnici e ingegneri) che godono della collaborazione con i professionisti del Politecnico di Milano, dell’Imperial College di Londra, del Centro Sicurezza Fiat e dell’Università di Tel Aviv: l’obiettivo è studiare la dinamica combinata tra uomo e veicolo al fine di individuarne i parametri. Conclude Dainese:
“Nella primavera del 2010 abbiamo in programma una serie di test decisivi. Il prodotto arriverà sul mercato nel giro di un paio d’anni, con ogni probabilità nel 2011“.