Ancora Ducati a farla da padrona, senza se e senza ma. La compagnia italiana di due ruote più famosa al mondo, infatti, ha messo sul mercato un autentico capolavoro accolto con i favori di critica e pubblico.
Ducati Multistrada 1200 in presentazione nel corso dell‘Eicma 2009 – Salone delle Moto di Milano – è uno spettacolo e vale la pena ammirarne tutto lo splendore (nella photogallery riportata a piè di pagina). Un altro sogno Ducati si avvera: motore tipo bicilindrico a L, distribuzione Desmodromica 4 valvole per cilindro, raffreddamento a liquido; frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico, sistema di asservimento ed antisaltellamento; sospensione anteriore forcella Marzocchi a steli rovesciati da 50 mm completamente regolabile; sospensione posteriore progressiva conmonoammortizzatore Sachs completamente regolabile.
Regolazione remota del precarico molla. Forcellone monobraccio in alluminio. Oltre 20.000 appassionati che hanno partecipato al concorso di Motociclismo attraverso una scheda da compilare sia in fiera che attraverso un sondaggio via web l’hanno decretata la moto più bella della 67esima edizione dell’Eicma 2009. Supportata dal nuovo motore Testastretta 11° (undici gradi), un nuovo punto di riferimento in termini di prestazioni, elasticità e piacere di guida. Un semplice interruttore (il pulsante ritorno frecce) in grado però di cambiare – sia da fermo che in movimento – alcuni fondamentali parametri della nuova Multistrada 1200 come potenza, coppia, regolazione sospensioni, controllo di trazione, permettendo alla moto di adattarsi alle esigenze del pilota e non viceversa, come normalmente accade quando si viaggia su due ruote.
Ducati, con la Multistrada 1200 introduce il concetto di quattro moto in una. Tre diverse mappe motore (di serie su tutte le versioni), otto livelli di ‘sensibilità’ del DTC (di serie su tutte le versioni), sistema DES (Ducati Electronic Suspension) con differenti livelli di settaggio. Innovazioni molto importanti a livello di telaio, di motore e di elettronica. Con questa moto per la prima volta Ducati abbandona il traliccio “integrale” in tubi d’acciaio per una struttura mista con piastre laterali di alluminio.