Veloce è veloce, d’accordo. Arriva a 300 km/h. Ma la Kawasaki ZZR 1400 ABS è una sportiva sui generis. É comoda come una poltrona, affidabile come il vostro amico a quattro zampe, curata come una signora alla prima dell’opera della Scala di Milano. Ma andiamo con ordine: la posizione di guida è abbastanza comoda (solo le persone non tanto alte potrebbero avere delle difficoltà). Non è una moto per principianti, ma è comunque gestibile. La dotazione fa girare la testa: ABS, pinze ad attacco radiale, sospensioni regolabili. Le finiture sono raffinate, il telaio – rigorosamente monoscocca – in alluminio. Il quadro è chiaro e molto ricco: ci sono indicatori per benzina, marcia, consumo istantaneo, orologio. In più: tachimetro, contagiri. Per non perdere nemmeno un dato. Tornando alla meccanica, i dischi dei freni sono «a margherita», come – d’altra parte – nella tradizione Kawasaki. Per eliminare le vibrazioni (fastidiose a quelle velocità) c’è un doppio sistema a contralbero. Il prezzo è però un po’ alto: 14.490 euro. Certo, questa ZZR 1400 ABS ha anche qualche difettuccio. Il parabrezza, ad esempio, non ripara bene e dovrebbe essere più alto. Le dimensioni: non tanto per il peso (224 kg), quanto per le manovre al di sotto dei 40 km/h. E, infine, la seduta del passeggero. Il maniglione a cui aggrapparsi non è non proprio all’altezza della situazione e la pedana è troppo vicino. Ok, moto acquistata, ma dove dà il meglio di sé? Su strada, nonostante la buona agilità, ci vuole decisione da parte del pilota per impostare la curva. Per rimediare ci vuole esperienza. E non poca. In città non è particolarmente a suo agio. Lo sterzo non risponde sempre con precisione. Sul pavé bagnato bisogna stare molto attenti a dosare l’acceleratore. Il consiglio, allora, è quello di utilizzare questa «poltrona» da soli, magari in autostrada. In un viaggio lungo. La carena, infatti, protegge bene dall’aria. Meglio fa per l’acqua e le pozzanghere. I consumi? Non c’è da allarmarsi: sono nella media, nonostante tutto.