Per Marco Melandri il mondiale 2009 di MotoGP sulla Kawasaki Ninja ZX-RR in quota all’Hayate Racing Team è stato finora un groviglio agrodolce di emozioni.
Per il pilota italiano, reduce da una passata estate davvero travagliata e nel corso della quale sembrava dovesse mettere da parte ogni speranza di correre nella classe regina, la prima parte di stagione non è da incorniciare ma neppure da buttare via.
Va detto che le ambizioni della scuderia per la quale corre non sono certo delle più elevate, motivo per cui il podio conquistato nei primi dieci appuntamenti stagionali va addirittura oltre ogni più rosea previsione. Non solo: per il ravennate, che è settimo nella classifica piloti, anche 79 punti messi in cascina con il secondo posto di Le Mans che resta il risultato da battere o eguagliare.
Le ambizioni del talento emiliano vanno oltre l’attuale posizione di classifica, è ovvio e legittimo che sia così, e per questo nell’ultimo periodo giungono insistenti le voci di un colloquio fitto e serrato con il team Honda Gresini. E’ lo stesso Marco Melandri, intervistato da “Riders Italian Magazine“, a prendere in considerazione in maniera evidente e speranzosa l’eventualità. Non esclude affatto di correre per Fausto Gresini, di cui parla un gran bene.
“Fausto lo ringrazierò sempre perchè è una delle persone che mi hanno aiutato in questo periodo difficile, fatto di alti e bassi, di notizie drammatiche e un po’ più confortanti. Nel 2008 mi portava a cena spesso, mi dava consigli da amico e non l’ha mai fatto con secondi fini o per interesse personale, è stato una pedina fondamentale perla mia crescita. I giornali mi danno già lì e le probabilità sono alte, non lo nascondo e non mi tiro indietro. Vediamo nel corso di questi giorni e appena sarà possibile dare notizie certe le avrete. Nel 2008 ho vissuto momenti davvero indimenticabili, in ogni senso: si è fermato un pò tutto, io ho mollato molto presto e avuto momenti di scoramento, lo ammetto, ma solo quando le cose vanno male capisci dove hai sbagliato e come mai. Io l’ho capito. Non ricadrò in quell’errore. Un campione non si deve accontentare di ciò che fa, ma di ciò che ha sì”.