Americano. Per la precisione del Texas, dove risiede. Ancora più a fondo, di Menphis. Come Elvis. Ben Spies sta per esordire in MotoGp dopo una strabiliante stagione in Superbike conclusa con la conquista del titolo mondiale 2009. In realtà, non è possibile parlare di esordio vero e proprio perchè lo statunitense vanta una breve parentesi nella classe regina. Era il 2008 quando Spies partecipò a tre gare di MotoGp con la GSV-R del Team Rizla-Suzuki (miglior piazzamento, il sesto posto).
Stavolta quella del centauro a stelle e strisce non sarà solo un’apparizione: ingaggiato dal team Tech 3, Spies correrà in sella alla Yamaha YZR-M1 per tutta la durata del campionato. Ha voglia di stupire, impressionare. Del resto, i test pre-stagionali gli danno ragione: giri veloci e tempi non lontani da quelli dei piloti più quotati.
Non parla di Mondiale, certo, nè ha intenzione di mettersi a fare paragoni ingombranti con Valentino Rossi & company ma Spies sa che il suo approdo nella nuova classe non ha motivo per passare inosservato. Elbowz (“gomiti”) – come è soprannominato il centauro Usa per la posizione sporgente che assumono le sue braccia quando guida le moto – vive la particolare e favorevole situazione di poter rimanere in sordina per sferrare colpi a sorpresa che – in fondo in fondo – ci si aspetta di già. Le parole pronunciate a una manciata di ore dal via sono in tal senso ottimiste:
“Sono più avanti di dove mi sarei immaginato. Dovremo farci trovare pronti ai grandi appuntamenti con la consapevolezza di poter imparare gara dopo gara. Alcune piste non le conosciamo mentre i grandi campioni con cui mi trovo a gareggiare hanno impresso nella mente ogni fotogramma dei circuiti. Il Qatar? Ho avuto bisogno di un paio d’ore per abituarmi alle luci in notturna. Le ombre mettono nelle condizioni di cogliere in maniera più immediata la velocità di marcia. Vediamo come andrà”.