Con tutto il dispiacere per Valentino Rossi, la vittoria di Jorge Lorenzo – che puntualmente è arrivata – nel corso della gara di MotoGp in Portogallo, circuito dell’Estoril, era nell’aria. Lo si era intuito nel corso dei primi giorni di weekend, quando lo spagnolo era riuscito in maniera impressionante a dominare sia le libere che le qualifiche.
Non solo: ci è apparso da subito un Lorenzo motivato, razionale, freddo, sicuro di sè e del suo potenziale. Ha vinto alla Lorenzo, non c’è che dire: dominando e andando via non appena se ne è presentata l’opportunità, cioè quasi subito. Lo spagnolo e il suo entourage, infatti, hanno ben capito che, qualora si riesca a prendere la fuga giusta, non ce n’è per nessuno.
Jorge Lorenzo ha fatto quello che doveva fare: sfruttare l’enorme potenza della sua due ruote Yamaha ed evitare un duello all’ultimo giro con Valentino Rossi per togliere al rivale la possibilità di giocarsi la vittoria sul terreno che più gli è congeniale. Quello psicologico, quello dell’ultima curva. Ha preso ed è andato, gli altri tutti dietro. Non a ruota, si badi bene, ma dietro a distanza di secondi.
Ha retto e tenuto Casey Stoner, che celebra il ritorno con un bel secondo posto: per l’australiano, che ha fatto il massimo di quel che gli si chiedeva, una gioia immensa e una iniezione di fiducia enorme. Lo avevamo detto, non era neppure difficile pronosticarlo: Stoner può decidere, in maniera indiretta, un mondiale piloti a cui lui nemmeno guarda più. Ottimo terzo posto per Dani Pedrosa, che riesce a non cedere alla pressione di Valentino Rossi e a portare la sua Honda sul gradino più basso del podio.
Poi, storia a parte, c’è lui: Valentino Rossi. Che oggi, moto compresa, proprio non girava. Non ha potuto fare altro, il Dottore, che limitare i danni e andarsi a prendere quei punticini miseri che gli consentono ancora di tenere l’avversario compagno di squadra, dietro nella leadership piloti. Ora, però, il duello entra nel vivo: si fa dura soprattutto per Valentino, così come è tosta – sempre e comunque – per tutti quei piloti chiamati a gestire un minimo vantaggio a poche gare dal termine. Il motivo è uno solo: Jorge Lorenzo, a questo punto, non ha nulla da chiedere e quello che arriva – oltre il secondo posto – è solo tutto di guadagnato.