Dani Pedrosa. Schizzo e lumaca. Fenomeno e delusione. La Gas/Honda si trova a fare i conti con lo spagnolo di sempre: pare lì lì per esplodere, Daniel Pedrosa classe 1985 nativo di Sabadell ma, puntualmente, arriva l’inghippo. Che si materializza in una caduta tanto repentina quanto immotivata, in un errore macroscopico, nella sfortuna che – gira gira – pare stargli sempre intorno. Mica uno qualunque, l’iberico. Capace di vittorie in solitaria dopo gran premi comandati fin dal primo giro (8 le vittorie in MotoGp, 2 per annata dal 2006 allo scorso campionato) e in grado di bloccarsi così.
Che neanche fai in tempo a spiegartelo. Non brilla per costanza, non incide nel corso dell’anno ma – un po’ qua, un po’ là – riesce a emozionarti e venire fuori improvvisamente. Il 2010 non è cominciato nel migliore dei modi, eccezion fatta per un secondo posto sul circuito spagnolo, davanti alle facce di una vita, alla gente di casa. I numeri di Pedrosa sono quelli che si confanno a un buon centauro, non certo a un campione. Eppure, la carriera dello spagnolo comincia alla grande. Su Honda – perchè di Pedrosa va anche detto che, fin dalla gara di esordio, non ha mai posato il didietro su moto di altra scuderia – si è aggiudicato un mondiale in 125cc (al terzo anno da centauro) e due in 250cc (a ruota, nel 2004 e 2005).
Dati che non potevano non portarlo, un anno in più – siamo nel 2006 – a esordire in MotoGp con le migliori aspettative. Di Gas/Honda, in primo luogo e di se stesso poi. Però. Il magro bottino è quello su enunciato: finora solo 8 vittorie in 4 stagioni senza neppure la tendenza a crescere e migliorarsi anno dopo anno. Quinto alla fine del primo Mondiale coi grandi, secondo l’anno dopo, in seguito due terzi posti e – storia recentissima, 2010 – una provvisoria quarta posizione in seguito al settimo posto nella prova del Qatar e al quinto posto in Francia (della seconda posizione in Spagna, s’è pure detto).
Non è un periodo felice, per Pedrosa, anche per la concomitante esplosione di Andrea Dovizioso che, da compagno di scuderia messo lì a crescere, s’è trasformato presto in vero punto di forza (già due podi per l’emiliano nei tre Gp fin qui disputati) del marchio. E stavolta, a mettere in difficoltà Pedrosa ci pensano anche le voci di mercato che già serpeggiano tra i box. Casey Stoner – o, per il momento, la sua ombra sempre più materializzata – incombe su Dani come una minaccia: lo si ripete già da un po’. L’attuale ducatista è in procinto di accasarsi presso la Gas/Honda. Nulla, ancora di ufficiale ma far finta di non sapere è come perdersi dietro ai segreti di Pulcinella. In quelle poche parole di Pedrosa ai giornalisti “Non so nulla di Stoner in Honda, quali sono le vostre fonti?” ci sta tutta la confusione e lo smarrimento di una eterna promessa verso cui Gas/Honda pare poco propensa a investire ulteriormente.