6 novembre 2011
A Valencia l’ultima gara ufficiale di Loris Capirossi
328 gare. 3 titoli mondiali. 29 vittorie. 99 podi. Il 65 come carta d’identità. Poi – solo per il 6 novembre – il 58 di Marco Simoncelli. MotoGP versione Capirex, pare un connubio messo lì per sempre. Invece, l’altro documento di riconoscimento.
38 anni. 22 di corse. I capelli hanno cambiato colore mentre Loris faceva lo slalom tra le curve. Le rughe sul viso, ormai, odorano di gomma e asfalto. In sella a una due ruote, Loris, ha visto il mondo che gli passava davanti. Tra cambiamenti reali e bluff colossali. L’alternarsi delle stagioni è stato un lineare trapasso di scuderia. Perché le chiappe di Capirex – su Honda, Yamaha, Aprilia, Ducati, Suzuki – sono un’impronta indelebile.
Fosse stato un calciatore, gli avrebbero intimato di imprimere l’orma del piede a Montecarlo. Nei panni dell’attore, avrebbe avuto la sua stella nella Walk of Fame.
Invece, Capirex, ha chiesto poco o nulla di quel che ha dato.
Semmai, ha reso per l’ennesima volta evidente quella incredibile capacità di adattarsi ai tempi, agli eventi, alle situazioni e ai colpi di coda – a volte da buttarci su risate a crepapelle, altre da masticare lacrime amare – e se ha scelto lui quando chiudere ha dovuto riscrivere il come.
Col 58 di Sic. Da amico speciale, da fratello maggiore. L’ultima gara è stata durissima.
A volte la commozione si insinua a issare barriere incredibili tra i resoconti e la voglia di andare oltre. Altre volte, tuttavia, frammenta ostacoli e consente di misurarsi con i propri limiti. Fisici e mentali. Capirex ha disintergrato i primi e superato anche i secondi sebbene Sepang e Valencia lo abbia messo a dura prova. Nel casco, nella tuta, tra le dita.
Simoncelli è una doppia pelle.
Vale ora, vale per sempre. Loris chiude le saracinesche di un paddock stranamente vuoto. In cui il volere e il dovere hanno cozzato tra loro, mettendo più di uno nella condizione di non capire cosa fosse meglio. Correre o non correre.
“Dovevamo farlo – ha detto Loris annunciando il commiato – lo dovevamo a Marco”.
Col 58 di Sic a giganteggiare in una bacheca personalissima che fa di Capirex uno dei più grandi piloti che il motociclismo abbia potuto annoverare nelle sue file. Avrebbe voluto dedicarsi solo a figli e famiglia. Ma il dopo gara di Capirossi è cambiato nel tempo di un amen.
Simoncelli è una doppia pelle.
Vale ora, vale per sempre:
“Da domani sarò dall’altra parte della barricata, per lavorare per la sicurezza dei piloti”.
Allora, Capirex. Allora tu magari non dormirai, stanotte. Eppure, sono sicuro del fatto che, conosciute le tue intenzioni per il prossimo futuro, migliaia di appassionati di motociclismo sapranno perfino dormire con serenità. Perché l’autorevolezza e la serietà di una bandiera come te garantisce sonni tranquilli.
Mica per niente, Capirex, nessuno può ammainarti.
Mica per niente, domani e domani l’altro, mentre torneremo a seguire la rivalsa del 46 cercando di spingerlo con il fiato, butteremo più di un occhio.
A cercare il 58.
A cercare il 65.
7 commenti su “Il paddock chiude. Notte, Gigante Capirex”