Altrochè tarallucci e vino: quello tra Valentino Rossi (fresco di firma su contratto Ducati per i prossimi due anni) e la Yamaha è stato un addio consumatosi tra polemiche e accuse reciproche che sono rimaste tacite fino a un certo punto. Mentre la scueria di Borgo Panigale ufficializzava l’arrivo del tavulliano, la Yamaha confermava la separazione con una frase tanto scarna quanto emblematica: “Il rapporto con Valentino Rossi si chiuderà alla fine del 2010“. Nelle cose dette e – soprattutto – in quelle non dette, ci si legga un finale di stagione assolutamente prevedibile: con Rossi che non avrà più alcun privilegio da parte della sua attuale scuderia e e il pesarese che cercherà di onorare in maniera quantomeno dignitosa (più per se stesso che per Yamaha) il contratto ancora in essere. Aggiungono dalla squadra nipponica:
“Continueremo a garantire il massimo sforzo per le gare restanti“. In realtà, una bugia lampante che serve a dare il là alla replica – istintiva, immediata – di Valentino Rossi: “Difficile spiegare cosa siano stati questi sette anni. Tante cose sono cambiate dal 2004. Ma soprattutto è cambiata lei, la mia M1. All’epoca era una povera MotoGp da metà schieramento, derisa da buona parte dei piloti e addetti ai lavori. Adesso dopo averla aiutata a crescere e a migliorarsi la vedì lì, sorridente nel suo box, corteggiata e ammirata, trattata insomma come la prima della classe. Non dimenticherò mai quel primo bacio sull’erba di Welkom, dove lei mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto: ti amo“. Pare che Yamaha non abbia voluto garantire a Rossi la leadership interna ai box e che, a questo punto, la scuderia decida di puntare in maniera veemente su Jorge Lorenzo il quale, nel frattempo, è maturato, diventato grande. Gli stimoli a Rossi non mancheranno: anzi, a questo punto pare proprio il caso di attendere la pronta rinascita di un pilota che – ovunque sia andato – è stato in grado di rivoluzionare i destini della società di appartenenza.