Sono ormai oltre tre settimane che Andrea Boscoscuro è in Australia, e dopo le prima esperienze necessarie a prendere confidenza con il nuovo ambiente, si è recato a Phillip Island per assistere all’ultima tappa del Campionato Australiano Superbike. Ken Wootton, noto giornalista di AMCN – Australian Motorcycle News, nonché speaker ufficiale del Campionato ha accompagnato Andrea Boscoscuro nel paddock, per conoscere i Team e i campioni.
La presenza del talento vicentino ha messo in subbuglio il paddock, che lo ha accolto riconoscendogli gli onori di un grande Campione. Dopo essere stato ricevuto dal Team Suzuki, che ha vinto il Titolo con Josh Waters, ha percorso un giro di pista a bordo della safety car scoprendo la magnificenza di un tracciato amato dai campioni della MotoGP. La visita di Andrea Boscoscuro era stata annunciata dalla stampa e ha avuto un grande risalto tra gli appassionati e gli addetti ai lavori. Anche a Phillip Island il giovane vicentino ha apprezzato la cordialità e disponibilità degli australiani ma anche osservato come il motociclismo sportivo viene interpretato in maniera differente dall’Italia. È vero, i piloti della superbike australiana sono dei duri, attenti alla competizione e molto meno all’immagine. Dopo il week end sportivo, Andrea Boscoscuro proseguirà nel suo programma di allenamento e studio e invierà presto altre note interessanti dall’emisfero australe:
“È stato incredibile, dopo avere visto le gare di MotoGP in TV e considerata la fama leggendaria del circuito di Phillip Island mi aspettavo un impianto iper tecnologico. Invece ho avuto una sorpresa inaspettata, mi è sembrato di essere in campagna con un gruppo di appassionati motociclisti. Il tracciato è circondato dai prati, senza tribune nelle curve e recintato da palizzate che potrebbero trovarsi in una fattoria. Sicuramente non potrebbero contenere un invasione di pista del pubblico come avviene in Europa. Ero accompagnato da Ken Wootton che si è offerto di farmi da cicerone nel paddock e presentarmi ai piloti e ai team. Uno dei momenti più emozionanti però è stato il giro di pista a bordo della safety car, ancora adesso al solo parlarne mi vengono i brividi. Si resta senza fiato mentre si affronta il rettilineo che poi discende e si ha davanti un orizzonte sconfinato con l’oceano che sembra inghiottire la traiettoria! Ecco, in quel momento mi è venuto un desiderio irresistibile di salire in moto! Il tracciato è davvero emozionante e a parole non è possibile descrivere la bellezza delle sue curve veloci che si raccordano in sequenza. Il paddock è molto differente da quello che si trova nel CIV, solo il Team Suzuki ha un bilico moderno, mentre gli altri ufficiali hanno mezzi più datati e comunque non esistono hospitality. I team minori poi sono accompagnati da furgoni e tende. Un’altra cosa che mi ha stupito è l’immagine dei piloti, a cui non pare importare dell’estetica e molti hanno tute consumate e moto con le carene rattoppate. Tutto questo contrasta con quello che succede in pista, dove i piloti veloci vanno veramente forte. Insomma, qui i piloti badano al sodo, a dare gas e lottare per vincere. Il livello professionale italiano può sembrare più alto però è anche un po’ fighetto. L’accoglienza che ho avuto nel paddock mi ha lasciato incredulo, sono stato trattato come se fossi il campione mondiale e invece ho solo vinto il CIV. Addirittura su AMCN è stato annunciato che sarei stato presente. Alcuni team manager mi hanno chiesto cosa farò l’anno prossimo e sono rimasti ammirati quando hanno scoperto che correrò in Moto2. A contorno delle gare di moto ci sono state quelle di strane macchine, piccole e leggere con motori di moto 1000 di cilindrata. Vanno come forsennati, sono spesso nell’erba e ne combinano di tutti i colori, sono spettacolari. Tutto questo spettacolo è ingiustamente snobbato dal pubblico. Durante la MotoGP è numeroso ma per il Campionato Nazionale non partecipa e la pista resta immeritatamente desolata. Ora mi devo concentrare sull’allenamento e sullo studio della lingua che migliora di giorno in giorno. Bye Bye!”.