Grande vecchio? Macché. Forse sarà tale solo per qualcuno, nello specifico per qualcuno che corre su quattro ruote; ma per la grande famiglia della Superbike, il campionato del Mondo delle derivate di serie, il circuito di Monza è ancora giovanissimo: il Gran Premio che si svolgerà domenica sui 5.793 km del tracciato brianzolo, infatti, sarà “solo” il 18esimo, ovvero quello della maggiore età. Vero è anche che aver ospitato un numero tale di edizioni fa già di Monza una location “storica” della Superbike, nata nel vicino 1988. Era infatti il 1990 quando si disputò la prima edizione del Gran Premio d’Italia nell’Autodromo Nazionale.
Il cenno alla lunghezza del nastro d’asfalto non era casuale: i quasi 6 km sopraccitati fanno di Monza il circuito più lungo dell’intero mondiale Superbike, ma le particolarità non finiscno di certo qui. Gli interminabili rettilinei richiedono di aggrapparsi letteralmente ai freni quando finiscono in strette chicane, mentre possono rivelarsi un ideale trampolino di lancio verso la Parabolica, “monumento alla memoria” ed ultimo retaggio dello storico catino costruito originalmente negli anni venti (1922, per la precisione). Le caratteristiche del percorso dovrebbero premiare il motore Desmodromico delle Ducati di Haga e Fabrizio, anche perché esiste già un buon feeling tra il marchio di Borgo Panigale ed il tracciato monzese.
Sono infatti 17 i successi ottenuti da Ducati in 18 anni di Gran Premi per le Superbike, mentre tutte le altre concorrenti sono staccatissime in questa speciale classifica: Yamaha è ferma a 7 successi, seguono Honda (6), Suzuki (3) e Kawasaki (1). Un altro dato dovrebbe spaventare Ben Spies, pilota Yamaha già beniamino dei tifosi nonostante sia al suo debutto nella categoria: tra i plurivittoriosi ancora in attività, qui in Brianza, figura il rivale Noriyuki Haga con 3 vittorie. Il record “storico” invece spetta a Troy Bayliss, che è salito sul gradino più alto del podio 6 volte, seguito da un terzetto a quota 4, ovvero Pierfrancesco Chili, Carl Fogarty e Fabrizio Pirovano. Chi scriverà domani il proprio nome nella storia?
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