A dispetto dei pronostici della vigilia, un GP di Valencia che sembrava poter essere favorevole al talento dell’esordiente Ben Spies si è invece rivelato il Gran Premio della consacrazione di Noriyuki Haga, sostituto del campione del mondo in carica Troy Bayliss in sella alla Ducati e principale candidato a raccoglierne l’eredità. Haga, comunque in testa al mondiale Superbike dopo le prime due uscite stagionali, non aveva ancora fornito una dimostrazione convincente della sua reale forza: i titoli (sui giornali) erano stati tutti per il suo giovane rivale texano, il quale aveva sempre dato l’impressione di poter disporre di una moto molto performante, oltre alla sfrontatezza che è propria dei neofiti ed a quel pizzico di presunzione in pista che hanno solo i campioni.
Ma con i successi in gara-1 e gara-2, Haga ha rovesciato la bilancia dei pronostici dalla propria parte, ed in maniera decisa: complice la caduta del rivale nel corso della prima “frazione”, il giapponese si è portato a +40 in classifica, e questo dopo 3 soli GP. Si consoli Spies: i curvoni scivolosi e l’asfalto non eccessivamente caldo di Valencia hanno già tradito – prima di lui – un campione del calibro di Valentino Rossi, quel “Doctor” che in molti già vedono suo rivale nella prossima stagione in MotoGP, ammesso che avvenga il cambio di casacca (comunque interno a casa Yamaha).
Da segnalare anche l’eccellente prova dello scudiero Ducati, l’italiano Michel Fabrizio: con il terzo posto di gara-2, ma ancor più con il secondo gradino del podio ottenuto nella prima manche, Fabrizio ha ottenuto i suoi migliori risultati stagionali, riuscendo finalmente a convincere gli scettici e – forse – pure se stesso della bontà del lavoro, principalmente fisico, svolto durante l’inverno. In casa Ducati già si fregano le mani… Max Biaggi su Aprilia ha invece chiuso ottavo in entrambe le prove, rimediando ad una disastrosa qualifica (18esimo) tempo e duellando a lungo, con esito vittorioso, a centro gruppo: bravi tutti!