Lo abbiamo visto per la prima volta in versione definitiva solo lunedì. Adesso, dopo tre giorni di test a Barcellona, possiamo dire di conoscerlo solo un pochino di più. Stiamo parlando del nuovo motore Honda che viene montato da tutti i team di Moto2. I piloti della neonata categoria del motomondiale hanno iniziato a prendere confidenza col motore, ma la novità, sommata alla cilindrata delle nuova categoria (600cc al posto della 250cc) ha costretto i protagonisti a rallentare per evitare di commettere errori che a questo punto della stagione sarebbero un danno enorme. In aiuto dei team è arrivato Osamu Goto, un ingegnere conosciuto anche in F.1 per aver lavorato con la Honda e la Ferrari. “Le scuderie devono lavorare per mettere a punto l’iniezione, anche se la direttive dell’HRC possono aiutare a trovare le soluzioni ideali. I motori saranno rivisti ogni 1500 chilometri, quindi una volta ogni tre gare e le performance dovrebbero rimanere inalterate, anche se tutto dipenderà dalle differenti strategie usate dai time e da come utilizzeranno i motori”. In questo modo non ci saranno squadre avvantaggiate dalla differente scelta del motore, visto che tutti partiranno con lo stesso propulsore, anche se, come anticipato da Goto non è detto che i team ne riusciranno ad interpretare al meglio le caratteristiche. A vigilare sui comportamenti delle scuderie, ci sarà Mike Webb, direttore tecnico del motomondiale il cui compito sarà valutare se i team avranno manipolato il motore Honda: “Utilizzeremo dei dati con i quali monitoreremo tutto ciò che verrà fatto sui motori e certificheremo che le performance saranno in linea con le prestazioni dichiarate”. Insomma, sarà praticamente impossibile “barare” modificando i propulsori e ottenere quindi dei vantaggio. Quindi sarà meglio che tutti i piloti continuino a provare senza sosta il comportamento dei motori Honda, perché chi vincerà non lo farà grazie al propulsore.