Supersport intervista a Jack Kennedy

Il 25enne irlandese Jack Kennedy sta affrontando la sua prima stagione nel Mondiale Supersport, con grandi obiettivi in mente. Arrivato dalla Supersport britannica dopo un incredibile 2012, che lo ha visto in lotta per i titolo fino all’ultimo round – e secondo al termine con 8,5 punti di distacco dal vincitore – il nuovo acquisto del Team Rivamoto Honda ha già mostrato le sue potenzialità a Phillip Island e punta a sorprendere ancora.

Debutto da pilota a tempo pieno nel Mondiale Supersport più che positivo, un decimo posto in gara dopo una battaglia a 4 per la settima posizione:

“Sono felice di aver finalmente corso la mia prima gara in Supersport e di aver conquistato qualche punto per la classifica. Ero in lotta per il settimo posto ma a due giri dal termine ho perso un sensore della ruota e questo non mi ha permesso di spingere al massimo fino alla bandiera a scacchi. E’ stato un po’ frustrante perché il passo di gara mostrato in prova era migliore e sentivo la top-6 alla mia portata. Ho comunque imparato molto da questa prima trasferta, ora posso continuare il lavoro partendo dai lati positivi ed ho comunque ottenuto dei punti preziosi”.

Prime impressioni anche rispettto all’anno di apprendistato appena iniziato:

“Mi sto adattando senza problemi. Il Mondiale Supersport è sempre stato il mio obiettivo e credo di aver fatto questo passo nel momento giusto della mia carriera. Ho lavorato sodo per arrivare qui ed ora ne faccio parte, la cosa mi rende molto felice. Mi trovo bene in sella alla Honda, l’uso dell’elettronica è per me una novità e quindi ho bisogno di un po’ di tempo per poterla sfruttare al meglio. La squadra si è amalgamata molto velocemente, c’è una bella atmosfera al box e vado molto d’accordo con il mio compagno di squadra Edik (Eduard Blokhin, ndr). Il team è formato da persone di diverse nazionalità e tutti parlano un inglese perfetto a parte il sottoscritto, a detta loro, in quanto il mio accento irlandese può risultare di difficile comprensione!”

Non potevano mancare impressioni relative alla immediata competitività:

“Dopo il primo test sapevo che la moto era valida e che il resto sarebbe dipeso da me. Ho affrontato la prima gara credendo in me stesso, nella moto e nella squadra, per questo motivo siamo riusciti a fare un buon lavoro. Credo che il fatto di non conoscere la maggior parte delle piste possa crearmi qualche difficoltà in più, ma sono uno che impara velocemente ed infatti a Phillip Island non è stato un problema”.

Rispetto ai miglioramenti avvenuti nel corso degli ultimi anni:

“La differenza più grande sta nel fatto che allora, con tutta probabilità, le posizioni di vertice sarebbero state fuori dalla mia portata mentre ora, con più esperienza, sento di poter stare con i primi. L’averlo fatto nella Supersport britannica nelle stagioni passate mi ha aiutato ad accrescere la convinzione nelle mie capacità. Una volta iniziato a vincere le cose sono molto cambiate, ora credo in me stesso e se è l’esperienza a dirti come meglio agire, è la fiducia nelle proprie possibilità che ti permette di ottenere i risultati”.

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