Tocca a Jorge Lorenzo, fresco di contratto da 10 milioni di euro all’anno con Yamaha, prendere per mano la scuderia nipponica e mostrarsi tanto valido quanto Valentino Rossi, non solo in virtù del suo essere pilota ma anche per la capacità di predisporre – Rossi è un maestro in questo – la moto dal punto di vista tecnico.
Lo spagnolo resta e l’iatliano parte: per il tavulliano la Ducati torna a essere un grande stimolo per ricominciare, per il quasi campione del mondo 2010 potrebbe essere l’inizio di una lunga – magari quanto quella del rivale – carriera di vittorie. Intanto, con la separazione certificata, Lorenzo appprofitta per togliersoi qualche sassolino dalla scarpa criticando il modo di fare – chiuso, pieno di segreti e prettamente professionale – di Rossi, del quale dice a autosport.com:
“Non mi piace il muro nel box: da Valentino mi sarei aspettato di più da un punto di vista umano e un maggiore scambio di informazioni da un punto di vista tecnico. Lui involontariamente mi ha fatto un favore però, perchè la mia squadra ha fatto ancora meglio e non abbiamo accesso ai dati delle telemetrie. Da lui ho imparato la gestione della gara, guardandolo in TV quando ero più piccolo”. Adesso, senza Rossi, Lorenzo può guardare al futuro con maggiore tranquillità dovuta alla minore pressione: non solo, la certezza è che ora il pilota di punta della Yamaha sarà proprio lo spagnolo che godrà del privilegio di poter ricevere in dote attenzioni mai avute prima: “Yamaha farà il massimo per vincere sarà necessario un motore più potente e lavoreremo più duramente che mai. Il prossimo sarà un campionato molto interessante”.
Intanto, prime parole destinate al suo nuovo compagno di squadra che dovrebbe essere Ben Spies: “Posso dire che avremo un buon rapporto io e Ben. Forse non saremo grandi amici, ma non ci sarà una parete del garage e non terremo segrete le nostre telemetrie”.