E’ tornato tutto come ai vecchi tempi. Max Biaggi salta dal un palco per una premiazione ad uno studio di un programma televisivo. Il Mondiale Superbike in cui ha conquistato il titolo iridato, ha ridato all’Italia un grandissimo campione che a 39 anni è tornato nuovamente a stupire e non ha intenzione di smettere. I tifosi lo adorano, mentre l’Aprilia lo ha bloccato saggiamente per altre due stagioni. Dominando anche i primi test 2011 in Spagna e Australia, Biaggi ha rovinato quel poco di vacanze che si stanno concedendo anche i suoi avversari: dal 27 febbraio a Phillip Island sarà dunque nuovamente lui il pilota da battere. D’altronde da una parte la Ferrari beffata sul filo di lana e dall’altra i guai fisici di Valentino Rossi, nel mondo dei motori Max è stato il pilota che ha regalato all’Italia dei motori il titolo più prestigioso. Entusiasta e in attesa per l’arrivo del secondo figlio (doppietta in quattordici mesi: quasi un record pure questo) Biaggi ha parlato con la Gazzetta dello Sport di F.1, MotoGP e Superbike. Toccando passato, presente e futuro.
Max Biaggi ha dovuto aspettare di compiere 39 anni per tornare a vincere di nuovo un Mondiale, undici stagioni dopo l’ultimo in 250. “Forse era destino che dovessi aspettare l’Aprilia, la stessa azienda con la quale era cominciato tutto, parecchio tempo fa“. In Superbike ha vinto un pilota esperto mentre la MotoGP e la F.1 hanno incoronato Lorenzo e Vettel, che, sono in pratica dei ragazzini. “Vettel, nuovo fenomeno della F.1, è un puro caso, perché la media dell’età di campioni degli ultimi vent’anni è molto più alta. Lorenzo invece è il risultato della politica della MotoGP, lì sono convinti che i campioni bambini facciano bene al marketing. Lorenzo ha 23 anni ma corre nel Mondiale da quando ne aveva 15. A modo suo è un veterano“.
Mentre Biaggi brilla nelle moto a 39 anni, Schumacher a 41 torna in F.1 e delude. “Michael è un pilota che stimo molto, le sue qualità non si discutono. Però mi aspettavo qualcosa di più. Io sono tornato vincente perché lo merito alla grande. Dopo lo stop nel 2006 (escluso dalla Honda e dalla MotoGP; n.d.r.) non sarei rientrato se non mi fossi ritenuto ancora vincente. Ho fatto centro al primo colpo, dominando al debutto in Superbike in Qatar 2007“.
La F.1 ha legalizzato i giochi di squadra. “Nelle moto non ci sono mai stati giochi di squadra, almeno per quanto mi riguarda. Forse un giorno ci arriveremo, perché il motociclismo moderno tende a copiare tutto dalla F.1, anche quello che non va. Ma io non sarò mai d’accordo con una simile scelta“. La Ferrari è stata beffata all’ultimo gran premio. “Hanno avuto una sfiga enorme. Meritavano il trionfo dopo il forsennato recupero di Alonso. A volte le corse sono crudeli, dobbiamo saperlo accettare“.
Rossi alla Ducati, Stoner alla Honda e Lorenzo confermato in Yamaha: chi ha l’asso nella manica in MotoGP 2011. “Lorenzo ha fatto un campionato da incorniciare e un grandissimo lavoro. È stato proprio bravo. Sono convinto che sarà l’uomo da battere anche l’anno prossimo. Ma attenti a Stoner…“.